I sentieri della missione

Su ali d'aquila

Domenica 23 ottobre 2022 - I dopo la Dedicazione


In questa domenica la Chiesa ci invita a guardare ai missionari, cioè a coloro che laici, preti, religiosi e religiose decidono di partire per alcune terre di missione, terre dove non è stato ancora conosciuto il Vangelo. Ma chi può essere missionario? Quali caratteristiche deve avere? Che cosa deve portare un missionario nello zaino della propria vita? Certo i missionari che partono per la missione si preparano con alcuni studi approfonditi sulla cultura e la fede di un popolo, sulle tradizioni e la lingua… ma la Parola ci ricorda alcune caratteristiche che ogni missionario (e non solo) devono avere!

La prima caratteristica è tornare al luogo delle origini. I discepolo su mandato del Risorto tornano in Galilea e salgono sul monte. Non è un caso che Gesù sceglie il monte come destinazione di questo viaggio. Dal monte si possono vedere tante cose e con l’immaginazione si può tornare indietro nel passato e rileggersi. Gesù fa ritornare i discepoli nel luogo dei primi incontri, nel luogo degli inizi. Ritornano però non per piangere sul passato, ma per vivere un nuovo inizio. Un nuovo inizio caratterizzato comunque dal dubbio (e questo ci consola, perchè chi di noi ha certezze piene sulla fede?). Quale è però la certezza che cresce nel cuore dei discepoli quel giorno? Che il Signore non abbandonerà e non ci abbandona nella missione che a loro come a noi ci ha affidato. Anche noi abbiamo come i discepoli del Vangelo la stessa missione: portare nel mondo la buona notizia che nonostante tutto quello che vediamo di negativo e di male Dio continua a camminare con noi, Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo continua a starci vicino e ci esorta a cambiare sempre lo sguardo, a uscire da uno sguardo chiuso e cieco, verso uno sguardo aperto. E chi ha uno sguardo aperto è e sono coloro che si lasciano plasmare, provocare ogni giorno dalla sua Parola, facendosi trasportare da essa, vivendo un movimento verso sempre nuovi orizzonti. Ci dobbiamo quindi domandare se nel nostro annuncio del Vangelo noi ci stiamo lasciando muovere da Gesù verso la strada che Lui ci indica con il suo Spirito, oppure siamo sempre lì fissi in alcune certezze rigide e superate, in alcuni modi di leggere, vivere e testimoniare la fede che non sono più capibili in questo tempo, ma perchè i linguaggi sono cambiati. Questo non vuol dire rinunciare ai modi di pregare che la Chiesa ci consegna, ma a saperli vivere con quella novità che un cuore guidato dalla Parola coglie e ascolta, aprendo a 360 gradi il suo sguardo sul mondo.

La seconda caratteristica è la vivacità. La Chiesa di Antiochia è una chiesa vivace, una Chiesa che è dotata dei carismi della profezia e dei maestri perchè ha colto la direzione che lo Spirito dava a loro. E quando lo Spirito chiede che Paolo e Barnaba siano destinati a una nuova missione, questa Chiesa non si irrigidisce, anzi! Il gesto che i presbiteri compiono di imporre le mani su Paolo e Barnaba è il gesto di quella comunione che si mantiene salda, e che anzi diventa la forza nel rileggere e rilanciare il nostro modo di annunciare di Vangelo, che non deve essere da solitari, ma insieme! E Paolo e Barnaba ricevono dallo Spirito come aiuto lo stesso Giovanni, a dire come nella Chiesa lo Spirito compie sempre gesti gratuiti che nemmeno noi possiamo immaginare.

Infine l’ultima caratteristica che il missionario deve avere è l’audacia. Paolo scrive ai Romani senza conoscere questa Chiesa. E’ la lettera più lunga e impegnativa, dove però l’apostolo chiarisce in queste ultime righe la sua intenzione: non sostituirsi a chi ha fondato questa Chiesa (l’Apostolo Pietro), ma far veder anche con alcuni tratti del suo ministero come lo Spirito ci apre sempre a nuove vie, a nuove direzioni, tenendo sempre davanti a sè ciò che è buono come fondamento. E ciò che è buono è ciò che risponde e parla ancora al tempo presente e che aiuta ancora a crescere come comunità, nella fede, nella speranza e nella carità.

Con queste tre caratteristiche forse comprendiamo che questa giornata prima di essere dei missionari che partono per le terre di missione, è per noi. Sì perchè ogni discepolo di Gesù con il battesimo diventa missionario e riceve questo mandato: il mandato a costruire insieme, mai da soli, una Chiesa unita, libera, lieta, capace di parlare e ascoltare il cuore dell’uomo, capace di accompagnarlo, lasciandosi guidare dalla creatività dello Spirito.

Lasciamo che lo Spirito abbatta le nostre rigidità e i nostri modi alcune volte rigidi di proclamare la nostra fede, lasciamoci ispirare da quello che lo Spirito nella Parola e nella testimonianza ci ispirerà di vivere. E allora potremo dire come Paolo che la grazia del Signore è sempre con noi perchè Cristo è e cammina con noi e noi lo abbiamo e lo riconosciamo come il Vivente, come Colui che guida la sua Chiesa verso i sentieri della vita eterna, della vita per sempre nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
 

Esci Home